Castello dei Marchesi Faà

Indirizzo Via della Rocca, 2, 14046 Bruno AT, Italia

In breve

Tipico palazzo signorile costruito con mattoni e terra del Monferrato.

Di particolare pregio gli interni affrescati con temi di natura biblico-religiosa.


• Fruibilità: proprietà privata


L’edificio è di proprietà privata della Famiglia Faà da più di quattrocento anni e si inquadra nella struttura “ibrida” tipica dei castelli del Monferrato.

Infatti nelle nostre terre il termine “Castello” viene utilizzato per indicare più che un vero e proprio edificio fortificato, una residenza signorile di stampo feudale o nobiliare sorta sulla vestigia di qualche primordiale area fortificata.

Il Castello di Bruno si erge compatto e maestoso dominando i territori circostanti inserendosi con forza nel contesto paesaggistico con cui crea una continuità di colori, in quanto il Castello è stato costruito utilizzando quasi esclusivamente materiale locale e cioè la terra monferrina la quale è stata impastata nelle varie sfumature del cotto e del mattone tale da rendere la costruzione come uno sperone di roccia. 

La struttura architettonica del Castello esprime, nel suo complesso, quella commistione di elementi tipici  del palazzo signorile-nobiliare e caratteristiche castellane, riflettendo la necessità da parte dei Marchesi Faà di dare una risposta alle esigenze difensive e urbane dando un simbolo dello stato sociale del suo proprietario.

Questa commistione trova un momento di massima espressione sulla facciata occidentale dove al piano terra si apre un elegante ingresso preceduto da una scala a due bracci con affaccio in un giardino invernale mentre al primo piano abbiamo mattoni a faccia vista, decorazioni a denti di sega nella parte sottostante il tetto e le due torrette pensili laterali. 

Di notevole interesse risulta anche la facciata meridionale, soprattutto nel gioco delle evoluzione delle finestre che passano da quelle che fanno presupporre un uso fortificato a quelle costruite successivamente più ampie atte a far entrare sole e luce e quindi più per uso civile.

All’interno le sale risultano affrescate con pitture e stucchi di pregio. Fra tutte le sale quella di maggior interesse risulta il grande salone detto “Sala delle Feste”, finemente affrescata con colori vivaci e toni intensi che celebrano il trionfo del profano e del pagano di natura mitologica. 

Infatti il tema centrale è l’Olimpo greco in cui gli Dei si trovano a convitto tra di loro narrandosi le loro reciproche avventure, come in un racconto che si dipana attraverso le varie raffigurazioni.

È interessante notare che in questa sala sia intervenuta, alla fine dell’ottocento, una sorta di censura da parte del Beato Francesco Faà che nel suo testamento lasciò scritto che l’erede doveva intervenire sulle nudità più indecenti e cambiare l’affresco di Venere e Marte presso la porta. 

Di notevole interesse sono anche le sale dette del “Primo Salotto” e del “Paradiso”, anch’esse finemente affrescate con temi di natura biblico-religiosa.

Non accessibile al pubblico è l’Archivio Segreto, in cui sembrano custodite numerose edizioni rare dei secoli XV, XVI e XVII nonché una collezione di preziose pergamene.


Approfondimenti

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